Description
IL BORGO MARINARO

Acireale si sviluppa nel territorio secondo uno schema costituito da un nucleo centrale, sede del centro principale, e da altri venti nuclei periferici, di cui cinque costieri (Capomulini, S. Maria la Scala, S. Tecla, Stazzo e Pozzillo). A partire dal 1169 durante il regno dei Normanni d’Altavilla, nacquero vari casali: Xacche, Casalotto, Bonaccorsi, San Filippo e Aquilia Vetere. La città si sviluppa tutt’oggi sugli assi della ex via Consolare (oggi Corso Savoia) e delle vie che la collegano a S. Lucia ed Aci Catena, collegandola con i suoi antichi casali.
Si ipotizza che la nascita della città si deve ai pirati che costrinsero gli abitanti della costa nel 1326 a rifugiarsi sul pianoro lavico dotato di un impianto orografico favorevole dato dalla Timpa ad Est, dai casali minori a Sud-Ovest e dal bosco di Aci a Nord, che limitavano i rischi di attacchi verso la città. Il nome, Acireale, fu attribuito alla città nel 1642 da Filippo IV, re di Spagna e di Sicilia, che la rese città demaniale con il nome di Aci Reale. Il prefisso Aci è condiviso da questo che, come dice il nome, è il maggiore dei sette centri disposti sul versante orientale etneo. L’origine di tale prefisso è legata alla presenza di un corso d’acqua, cancellato da successive eruzioni, il cui percorso era prevalentemente sotterraneo e che la leggenda associa alla storia d’amore del pastore Aci con Galatea, ninfa marina.
Tra il Cinque e il Seicento i nuovi insediamenti degli ordini religiosi, Domenicani ad ovest, Cappuccini a nord-est, Carmelitani a sud-est, creano nuovi poli di sviluppo urbano collegati al centro e tra di loro.
Nel 1693 la città fu danneggiata dal terremoto che sconvolse tutta la Sicilia sud-orientale ma venne ricostruita con nuovi palazzi, chiese e strade secondo un piano urbanistico del duca di Camastra. Un ampio sviluppo urbano si verificò nei primi del Novecento, con l’apertura di larghe strade. Nella seconda metà del secolo la città si espanse verso nord grazie all’incremento dei mercati del vino e ad investitori quali don Agostino Pennisi, barone di Floristella.
Numerose sono le frazioni. In collina, di più recente formazione, Piano D’Api, Pennisi, S. Maria Ammalati e S. Maria La Stella. A mare, Capo Mulini, S. Maria La Scala, Santa Tecla, Stazzo, Pozzillo e Scillichenti, a Nord Guardia e Mangano, a Sud S. Caterina e S. Maria delle Grazie, ad Ovest il nucleo storico di Aci Platani e S. Giovanni.
Mentre il centro della città aveva la funzione di centro decisionale e residenziale, le borgate sparse nel territorio assumevano la funzione economica di centri di produzione agricola e della pesca. Le frazioni sono incastonate nella Timpa, oggi Riserva Naturale Orientata, un lungo costone lavico a strapiombo sul mare, frutto del processo di cristallizzazione della lava a contatto con l’acqua, alto circa cento metri. Col tempo le funzioni di produzione delle borgate si sono trasformate in funzioni di residenza estiva, ma ancora oggi le antiche tradizioni marinare sono ben visibili nella cultura della comunità e del suo ricco territorio chiamato “La vigna dei marinari” e la “Riviera dei limoni”, per la sua leggendaria abbondanza di pesci e profumi mediterranei.

Tra le risorse architettoniche e paesaggistiche del borgo legate al mare si segnalano:
I porticcioli di Santa Maria La Scala, Santa Tecla, Stazzo, Pozzillo, Capo Mulini.
La Fortezza del Tocco, un Forte realizzato alla fine del XVI secolo per la difesa di Acireale dalle scorrerie barbaresche. La Fortezza del Tocco venne progettata dall’ingegnere Camillo Camillani, nella Timpa di Acireale e realizzata dall’ingegnere acese Vincenzo Geremia. Gli addetti alla guardia segnalavano i pericoli in arrivo con fuochi e cannonate, proprio per questo il bastione fu soprannominato “Del Tocco”.
La Torre di S. Anna, oggi faro, a Capo Mulini del 1582.
Il Mulino, a Santa Maria La Scala, ancora funzionante, alimentato dalla sorgente di Miuccio.
La Grotta delle Colombe, a Santa Maria La Scala, legata alla leggenda di Aci e Galatea.
Le Chiazzette, percorso storico che collega Acireale con Santa Maria La Scala, immerso nella macchia mediterranea della Timpa, di grande pregio ambientale. Per secoli il percorso svolse la funzione di mulattiera per il trasporto delle merci a dorso dei muli dal porto al centro di Acireale.
La Garritta di Scalo Pennisi, a Santa Tecla, resti di una garitta di guardia costruita nel XVI secolo, a protezione delle invasioni turche.