CASTELLAMMARE DEL GOLFO Espressioni Tradizionali e Spazi culturali

Castellammare del Golfo (TP)

Description

LE ESPRESSIONI TRADIZIONALI E GLI SPAZI CULTURALI

Le fonti storiche raccontano che la Sicilia fu terra degli scontri della Guerra della Quadruplice alleanza, combattuta dal regno di Spagna contro Inghilterra, Francia, Austria e Paesi Bassi per il predominio sul mare Mediterraneo. La guerra durò dalla fine del 1717 all’inizio del 1720 e vide gli scontri tra le flotte spagnole e inglesi (che volevano tutelare i propri commerci) nella guerra tra Filippo V Re di Spagna e Amedeo di Savoia per il possesso della Sicilia. All’interno di questo evento bellico sembra possa essersi svolto lo scontro di cui Castellammare del Golfo fu protagonista e che fa da sfondo alla leggenda trasmessa dalla popolazione.

Secondo la tradizione, il 13 luglio del 1718, nel corso della battaglia tra inglesi e spagnoli, questi ultimi cercarono riparo presso il Castello Arabo Normanno. Nello specifico, un bastimento da carico spagnolo, inseguito da cinque navi inglesi, si rifugiò sotto il castello, dove venne soccorso dalla popolazione locale; le flotte inglesi risposero dunque all’attacco facendo fuoco con la loro artiglieria, attaccando la costa e facendo fuoco sulla città; gli abitanti del paese, terrorizzati, invocarono la Madonna, chiedendo salvezza. La Madonna giunse quindi in loro soccorso (da qui l’epiteto), apparendo insieme ad uno stuolo di angeli, dal “Monte delle Scale” verso Cala Marina. Gli inglesi, spaventati dalla visione, si diedero alla fuga e la città fu salva.

L’evento leggendario è ricordato con una rievocazione storica molto sentita dalla popolazione locale. La rievocazione, che si tiene nel borgo da circa 20 anni, mette in scena nella Cala Marina tutti gli avvenimenti relativi all’attacco delle flotte inglesi e al salvifico intervento della Madonna del Soccorso. Tutte le dinamiche del miracoloso episodio vengono rappresentate da figuranti in costumi d’epoca, imbarcazioni e bastimenti antichi; fuochi d’artificio richiamano, sia nelle sonorità che nei giochi di luce, gli scontri e l’apparizione della Vergine. Alla rievocazione segue una processione in mare del Simulacro di Maria SS. del Soccorso, in seguito alla quale si svolge il momento culminante della festa, accompagnato da un tripudio di musiche e giochi pirotecnici. La Rievocazione termina con la processione dei figuranti, che si avviano alla Chiesa Madre.

Il tratto di costa compreso tra Castellammare del Golfo e Scopello è ricco di grotte e anfratti di origine antichissima. Si tratta di formazioni rocciose sviluppate su più livelli, collegate tra di loro da un fitto sistema di scivoli e pozzi. Tra queste la più nota e suggestiva è la Grotta di Santa Margherita.

Questa grotta carsica, posta a circa 15 metri dal livello del mare, si trova su una scogliera poco distante dal porto turistico di Castellammare del Golfo e costituisce un patrimonio di inestimabile valore storico e culturale. Al suo interno essa presenta infatti numerosi affreschi medievali di stile bizantino, databili attorno al XII secolo, presenti su tutte le pareti.

Sulla parete ovest sono raffigurati una Madonna col bambino, i resti di un santo con barba e libro, Santa Margherita affiancata da due angeli e accanto un mostro marino. Quella relativa alla Santa è la pittura rupestre più famosa, tanto da aver dato il nome alla grotta. Il mostro raffigurato accanto alla Santa ha la testa da squalo, il corpo da tonno, gli occhi umani e le squame come i pesci.

Pare che in passato, quando a Castellammare era ancora attiva la tonnara, la Grotta di Santa Margherita avesse un valore simbolico ed una importante funzione rituale durante la pesca del tonno. Visto che la tonnara di Castellammare non aveva una chiesa al suo interno, quando capitava che un malu pisci (generalmente lo squalo bianco) entrasse nelle reti della tonnara e impedisse lo svolgimento regolare della pesca, il rais si recava presso la Grotta di Santa Margherita per pregare, scongiurare il pericolo e allontanare la minaccia del predatore.

La documentazione ecclesiastica dell’Archivio Diocesano di Mazara riferisce in merito a una visita pastorale a Castellammare del cardinale Giovanni Domenico Spinola, vescovo di Mazara, svoltasi dal 28 al 30 luglio 1639; questa fonte costituisce il più antico documento in cui è menzionata la Grotta di Santa Margherita.

Quella del cardinale Spinola fu la prima visita pastorale fatta con accuratezza presso la diocesi di Mazara, durante la quale vennero visitate tutte le chiese di Castellammare. Alla fine fu visitato anche il “sacellum di Santa Margherita”, cioè una chiesa di dimensioni ridotte. Era un edificio di culto realizzato in ambiente rupestre come altrove in Sicilia o in Italia Meridionale, nato come eremitaggio, ma frequentato anche dai fedeli per pratiche devozionali. Questo documento attesta, dunque, che nel 1639 la Grotta aveva ufficialmente assunto le caratteristiche di cappella, tanto da essere visitata dal vescovo.

Abbandonata per secoli, la Grotta di Santa Margherita è stata riscoperta negli anni Settanta e costituisce oggi una grande attrazione turistica per il territorio, pur non essendo visitabile. Ad oggi, infatti, la Grotta non è visitabile all’interno, perché la roccia è a strapiombo sul mare, ma si può ammirarla dall’esterno ed è tappa di numerosi tour ed escursioni in barca organizzati nel periodo estivo per i turisti.

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