Description
IL BORGO MARINARO

Cefalù, il cui nome deriva dal greco Kefalè, che vuol dire capo, venne abitato fin dalla preistoria, come testimoniano le tracce rinvenute nelle grotte sul versante orientale della rupe. I resti di mura megalitiche, sulla riviera vicino alla porta Giudecca e al piede della rupe, nonché il cosiddetto tempio di Diana sulla sommità, trasmettono l’immagine frammentaria dell’origine dell’insediamento che è databile attorno all’VIII secolo a.C. e molto probabilmente si articolava in due spazi con funzioni diverse, di cui uno nella parte superiore della Rocca e l’altro al mare. Nel 254 a.C. divenne città romana Decumana (militare) prima e tributaria poi, prendendo il nome latino di Cephaloedium. Dopo l’età bizantina ed araba i normanni nel 1064 ne distrussero la veste orientale e la ricostruirono completamente. Cefalù iniziò un periodo di grande splendore che ebbe il suo culmine con la fondazione del vescovato nel 1131, diventando il simbolo della cristianità restaurata nell’occidente dell’isola e soprattutto simbolo della potenza normanna. Dalla porta di Terra dove adesso è Piazza Garibaldi, venne tracciato un asse rettilineo che conduceva dritto al mare, lasciando a destra un ampio slargo dove sorgerà il Duomo nel 1131. Nel periodo compreso tra il XIII e il XIV secolo, Cefalù è retta dai Ventimiglia, che faranno edificare la residenza di città, il cosiddetto Osterio Magno. Fra il Cinquecento e il Seicento si completa il disegno del centro urbano con ben otto complessi monastici con annesse chiese (San Domenico, Santa Caterina, San Sebastiano, San Nicola, la Mercede, l’Itria, Porto Salvo, SS. Annunziata), si costruiscono i palazzi Piraino e Martino-Atanasio sulla Piazza del Duomo, realizzato il bastione di capo Marchiafava e rafforzata l’antica cinta muraria con le porte d’accesso alla città. Nell’Ottocento, con la fine del regime feudale comincia una profonda crisi economica che porterà all’abbandono degli edifici da parte delle famiglie in decadenza. Le vicende urbane degli ultimi centocinquant’anni hanno riguardato il riuso degli edifici a seguito del trasferimento delle proprietà ecclesiastiche allo Stato Italiano e al fenomeno delle grandi emigrazioni degli anni Cinquanta-Sessanta e della speculazione edilizia.
Tra le risorse architettoniche e paesaggistiche del borgo legate al mare si segnalano:
La Tonnara di Presidiana (si veda specifica sezione).
Il porto di Presidiana, il nuovo porto di Cefalù, è stato realizzato nel 1951, in sostituzione dello scalo “vecchio” già presente nel centro storico della cittadina normanna. È oggi uno scalo di interesse regionale, lungo circa 580 metri.
Il Faro, situato a ridosso della parete settentrionale della rocca prospiciente il porto di Presidiana.
La Torre Settefrati, è inserita all’interno della tenuta della Villa Bordonaro, attualmente di proprietà del Comune di Cefalù. La tenuta comprende anche un baglio del XVI secolo e l’annessa chiesetta di Santa Felicita.
La Torre costiera Caldura, situata a Capo Caldura, vicino al porto Presidiana, fa parte del sistema di fortificazione di difesa della costa.
La Torre costiera Santa Lucia. Affacciata sul mare e con il pieno controllo della cala sottostante, la Torre Santa Lucia era in collegamento con la Torre di Settefrati e con l’antico castello della Rocca di Cefalù.
Il lavatoio, di origine medievale, scavato nella roccia.
Il Castello, del XII secolo, sorge sulla rocca omonima ed è caratterizzato da alte pareti a picco sulla costa tirrenica che domina visivamente un vastissimo tratto di mare. Il sito era caratterizzato da un complesso di fortificazioni tra cui il castello e le cinta murarie.
Il Tempio di Diana, sulla rocca è un monumento megalitico che si colloca nel IV secolo a.C. a forma di recinto. Ebbe funzione sacra e forse difensiva.