ISOLA DELLE FEMMINE Celebrazioni Rituali

Isola delle Femmine (PA)

Description

LE CELEBRAZIONI RITUALI

Foto di Giuseppe Bruno

«La Chiesa di Isola delle Femmine, dedicata a Santa Maria delle Grazie, è la trasformazione architettonica di una precedente chiesa confinante con l’antica tonnara di terra (marfaraggio), appartenente un tempo al barone di Capaci. […] Un documento di età ottocentesca che recita: Chiesa delli marinai dell’Isola di Capaci o Tonnara, induce a ritenere che l’edificio sacro fosse il luogo del culto dei pescatori capacioti che vi soffermavano in preghiera, prima di affrontare i pericoli del mare durante ogni battuta di pesca» (Lo Cascio 2005: 19-20).

Come espresso nella precedente citazione, le fonti storiche testimoniano un’antica devozione alla Madonna delle Grazie a Isola delle Femmine, omaggiata nel paese con una importante festa. Preceduta dalla celebrazione di una novena religiosa (si veda nella specifica sezione “Riggina di la Grazia”), il giorno del 2 luglio si celebra una grande festa che ricorda il prodigioso salvataggio di un peschereccio a opera della Madonna delle Grazie. La devozione alla Madonna delle Grazie ha, negli anni, surclassato in parte il culto di San Pietro, la cui agiografia è profondamente legata all’attività della pesca e che rimane, ad ogni modo, il patrono di Isola delle Femmine (cfr. Bruno 2020: 91).

La festa prevedeva in passato due processioni, una per le strade del paese e una a mare, su una barca dei pescatori, oltre ad eventi ludici che coinvolgevano l’intera comunità, come la corsa con i sacchi o la ‘ntinna a mari. Oggi, con alcune variazioni negli ultimi anni a causa della pandemia, si tiene solamente la processione di terra. In passato la data della celebrazione veniva spostata (in alcuni casi al Ferragosto, in altri casi all’8 settembre, giorno della Natività della Beata Vergine Maria secondo il calendario religioso), in accordo al periodo di rientro dei pescatori che si erano imbarcati verso l’Africa, per le loro lunghe battute di pesca.

«Le pratiche devozionali folcloristiche (canti e recita del Rosario in dialetto), la vulata d’ancilu, la processione “a mare” fino all’isolotto, col trasporto sui grandi pescherecci della vara della Madonna, si sono perse col passare del tempo. Tradizionale è rimasto il pellegrinaggio dei fedeli dei paesi limitrofi e la processione del Simulacro» (Bruno 2020: 101).

Sin dalla fondazione della borgata, il santo patrono di Isola delle Femmine è stato San Pietro: sebbene la sua venerazione sia oggi parzialmente trascurata rispetto a quella rivolta alla Madonna delle Grazie, numerose fonti ecclesiastiche confermano questo dato.

Alcune fonti ecclesiastiche menzionano il patronato di San Pietro già nei primi decenni del Novecento. La Festa di San Pietro venne regolarmente festeggiata fino agli anni Settanta per essere poi accantonata e ripresa negli ultimi anni al fine di rinvigorire e consolidare l’antica tradizione.

San Pietro, protettore dei pescatori che gli erano particolarmente devoti, veniva celebrato con una festa comunitaria, finanziata con le offerte dei pescatori, e che rappresentava un importante momento di condivisione per la comunità. La celebrazione consisteva in una processione di terra e una di mare, durante le quali i pescatori portavano a spalla la vara per le strade del paese e mettevano a disposizione i propri pescherecci, scelti a sorteggio, per la processione in mare. In occasione della festa si tenevano anche vari momenti ludici, come u jocu d’antinna (antenna a mare), a cursa ri sacchi (corsa dei sacchi), u jocu ri pignatedda (gioco della pignatta) e la cosiddetta vulata d’ancilu: una rappresentazione in cui due bambine vestite da angeli, appese ad una fune venivano calate fin sopra la vara del santo e recitavano una poesia: «Fermati Pietro, fermati, ascolta le mie preghiere che ti domandan grazie. Ammira questo popolo che grazie a te implora. Evviva Pietro!» (Bruno 2020: 83).

Era tradizione, in occasione della festa, preparare un tipico dolce a forma di chiave che veniva venduto anche da bar e pasticcerie locali e veniva offerto dai padrini ai propri figliocci o dai fidanzati alle fidanzate (cfr. ibidem). Il dolce non ha una particolare ricetta o caratteristica gastronomica, si tratta piuttosto di un biscotto (fatto di pasta frolla, pan di spagna o gelato), la cui peculiarità risiede nella forma. Secondo alcune fonti era anche tradizione regalare alle fidanzate un ventaglio.

Negli ultimi anni, su spinta delle amministrazioni, di alcuni sacerdoti e cittadini, la tradizione della Festa di San Pietro è stata ripresa, al fine di ridarle vita.

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