LIPARI Borghi Marinari

Lipari (ME)

Description

IL BORGO MARINARO

Foto di Antonio Iacullo

L’isola di Lipari venne abitata dall’uomo fin dalla preistoria e vide il passaggio di numerose popolazioni e stratificazioni socio-culturali. Al centro della storia mediterranea durante il periodo greco e pre-romano, insieme all’arcipelago, vide poi un alternarsi di vicende comuni a quelle della Sicilia prima e dell’Italia poi.

L’isola ospita un nucleo principale omonimo, piccoli borghi e insediamenti distribuiti sulla fascia costiera e all’interno verso le campagne. Lipari nacque come centro preistorico del Neolitico con un villaggio sorto su quella che poi in periodo greco diventerà l’acropoli. Grazie all’esportazione dell’ossidiana, Lipari sarà crocevia di rotte commerciali dalla Sardegna fino all’Egitto. Lo spazio di mare fra le Eolie e Milazzo sarà teatro di battaglie delle guerre puniche, passando così dal periodo greco a quello romano. Durante i primi secoli del cristianesimo, sulle coste dell’isola giungeranno le reliquie di San Bartolo, che diventerà patrono dell’arcipelago. Al Santo è dedicata la Cattedrale all’interno del complesso del castello, vera e propria cittadella medievale. Dopo la distruzione araba, il nucleo urbano sarà ripopolato in periodo normanno anche grazie alla costruzione di monasteri. Seguirà poi la storia della Sicilia fino al Novecento, in cui l’isola diventerà sede di confino per prigionieri. Grazie al sempre crescente trend turistico avviato negli anni Settanta e l’iscrizione dell’arcipelago nei siti Patrimoni dell’Umanità UNESCO, il centro è oggi una delle principali mete della regione.

La struttura urbana di Lipari nasce e si propaga dalla cittadella lungo la costa su alcune direttrici principali generando quartieri densi di vicoli con abitazioni prevalentemente in schiera o in linea, ma che raramente superano le 3-4 elevazioni. L’architettura eoliana, con forme cubiche e spazi esterni “racchiusi”, si fonde con lo stile barocco o ottocentesco, in una commistione di grandi piazze e strette viuzze. Il centro storico si estende così fra le zone portuali di Marina Corta e Marina Longa, abbracciando il complesso del castello. Uno dei più autentici ambiti del borgo marinaro è la zona di “Sopra la terra”, storicamente abitata dai pescatori del porto di Marina Corta.

Canneto, poco a nord di Lipari. Noto nel XIII secolo come Baia della Calandra, nasce come borgo di pescatori e minatori, vista la vicinanza a una fiorente cava di pomice. Nel 1596 viene fondata la chiesa dedicata a San Cristoforo, appunto protettore dei portatori e facchini e divenuto poi patrono del borgo. L’insediamento si distribuisce su una stretta fascia lungo la costa con un piccolo approdo. Terminata la millenaria industria estrattiva, oggi l’economia locale è principalmente votata al turismo.

Acquacalda, sul versante nord dell’Isola. Il nome deriva da probabili fonti di acqua termale, oggi non più presenti, connesse all’attività vulcanica del territorio. Come Canneto, condivide una duplice vocazione storica marinara e mineraria, con un’intensa espansione urbana del XIX secolo grazie al maggiore sfruttamento della cava di pomice. Il piccolo borgo si distribuisce su una stretta fascia costiera parallelamente al mare con piccole propaggini verso la parte collinare.

Porticello, sul versante nord-est dell’Isola. Piccolo borgo realizzato a ridosso della cava di pomice, oggi dismessa. L’approdo principale è sulla spiaggia e può ospitare piccole imbarcazioni.

Le isole, per propria connotazione geografica e territoriale, ospitano comunità votate all’utilizzo delle risorse legate al mare. Per l’arcipelago eoliano, abitato da millenni, questo ha rappresentato una fonte di sostentamento per la pesca, ma anche un sistema di connessione per le esportazioni. La storia di Lipari evidenzia come l’uomo si sia dedicato già in periodo pre-greco allo sfruttamento delle numerose risorse dell’isola; inizialmente attraverso l’estrazione dell’ossidiana, poi della pomice e della selce. Parallelamente la comunità locale è riuscita a impiantare diverse colture, tra cui l’olivo, la vite, gli ortaggi e i cereali. Prodotti fondamentali per il sostentamento soprattutto quando le condizioni meteorologiche impedivano le attività in mare.

Foto di Clemensfranz, CC BY-SA 3.0, via Wikimedia Commons

La comunità ha sempre vissuto una duplice vita in cui connetteva la terra al mare: i pescatori si trasformavano in commercianti, ma anche in minatori o agricoltori. Uno degli aspetti meno conosciuti dell’arcipelago eoliano è invece la storia delle donne pescatrici. In un mondo idealmente ad appannaggio dei soli uomini, sono emerse solo recentemente storie e testimonianze legate a queste figure, le ultime delle quali sono state incontrate dal Presidente della Repubblica Mattarella nel 2017. La vita isolana, difficile a causa delle scarse risorse per il sostentamento, ha costretto anche le donne ad avventurarsi per il mare, sia per le attività di pesca che per la vendita dei prodotti. Storie e racconti narrano di madri accompagnate da neonati o addirittura incinte impegnate in battute di pesca o nella riparazione delle reti. La figura delle donne pescatrici venne nascosta negli ultimi decenni perché ritenuta simbolo di un triste periodo per la comunità. Quello in cui fra gli ultimi anni dell’Ottocento e la Seconda Guerra Mondiale, moltissimi uomini sono emigrati all’estero lasciando spesso mogli e famiglie. Ma le donne pescatrici non rappresentavano solo una risposta ad un ruolo reso vacante, infatti testimonianze storiche ne attestano la presenza già nei secoli precedenti a confermare la visione di una comunità interamente dedicata al mare.

Oggi l’arcipelago è investito da grandi flussi turistici, con una fortissima pressione antropica nei mesi estivi. La comunità ha quindi diversificato e ampliato la propria economia aprendosi all’ospitalità e ai servizi turistici, facendo di Lipari una delle mete più attrattive e frequentate della Sicilia. La storia, la forte identità e gli attrattori culturali presenti potrebbero inoltre incentivare una destagionalizzazione motivando un viaggio alla scoperta dell’arcipelago anche lontano dalla bella stagione.

In prossimità del borgo di Lipari e della cittadella, il porto più antico ed utilizzato dai pescatori è quello di Marina Corta, distribuito su due specchi di mare delimitati da due moli. Immediatamente a nord dell’ambito del castello, vi è il porto dedicato ai collegamenti principali con molo aliscafi. Proseguendo lungo la fascia costiera che si distribuisce a nord dell’abitato, si incontrano cinque pontili per l’approdo, giungendo poi a Porto Pignataro con un molo e cinque pontili principali. Quest’ultimo rappresenta il porto maggiormente utilizzato dai turisti per l’ormeggio e l’avvio di tour anche verso le altre isole.

I borghi di Canneto e Acquacalda sono dotati di approdi di piccole dimensioni e scarsamente utilizzati, con un pontile ciascuno.

Tra le risorse architettoniche e paesaggistiche del borgo legate al mare si segnalano:

Architettura eoliana. Stile costruttivo che influenza principalmente le residenze e alcune tipologie edilizie principali. Rappresenta una commistione tra lo stile campano del XVI secolo e le pre-esistenti tecniche greco-romane e islamiche. Le forme infatti sono prevalentemente cubiche o a parallelepipedo, con un unico vano e piccole finestre circolari o rettangolari. La tipologia edilizia rispondeva a funzioni di difesa militare e contrasto agli agenti atmosferici, come il vento. La tecnica costruttiva utilizza materiali locali, come pietre di origine vulcanica, prediligendo poi la calce bianca per le rifiniture. Molto interessante il rapporto della residenza con lo spazio esterno vissuto e utilizzato attraverso logge, tetti piani e terrazze. Queste estensioni degli ambienti facilitavano inoltre le coltivazioni, ma anche la trasformazione dei prodotti o il lavoro manuale.

Nella sua evoluzione storica, l’architettura eoliana ha perso la sua funzione difensiva ampliando le dimensioni attraverso innesto di ulteriori vani con cubi modulari.

Nonostante la maggiore diffusione nelle zone di campagna e come residenze isolate, le caratteristiche principali dell’architettura eoliana sono rintracciabili anche nell’edificato della fascia costiera.

Complesso del Castello di Lipari. Sistema fortificato che racchiude al suo interno la struttura del castello, resti archeologici, spazi museali e diversi edifici di culto. L’area è abitata dal neolitico con tracce di insediamenti preistorici; successive stratificazioni testimoniano la presenza greca, romana, bizantina e araba costituendo di fatto il vero nucleo originario del borgo. Alla struttura militare normanno-sveva si affianca il monastero con chiostro, sempre di epoca normanna, cui era annessa la Concattedrale dedicata a San Bartolo protettore delle Eolie. La fabbrica venne ricostruita e ampliata nel Cinquecento dopo la distruzione del centro ad opera dei pirati. All’interno delle mura della cittadella risiedeva la maggior parte della comunità del borgo fino al XVIII secolo; sono infatti ancora presenti altri edifici religiosi come la Chiesa di Santa Caterina, la Chiesa dell’Immacolata, la Chiesa dell’Addolorata e la Chiesa della Madonna delle Grazie. Alcuni ambienti del castello ospitano oggi il Museo archeologico regionale eoliano, ricco di reperti che raccontano la lunghissima storia dell’arcipelago.

Chiesa delle Anime del Purgatorio. Chiesa cinquecentesca posizionata su un piccolo lembo di terra circondato dal mare di Marina Corta, il porto antico dei pescatori. La piccola architettura è dedicata alle anime uccise durante l’attacco della pirateria che distrusse Lipari nel Cinquecento. Al suo interno è conservato e visitabile il presepe che riproduce il borgo marinaro.

Grotte dei pescatori. Sulla spiaggia di Valle Muria, sono presenti piccole grotte scavate nella roccia utilizzate come riparo dai pescatori.

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