MARINELLA DI SELINUNTE Borghi Marinari

Marinella di Selinunte (TP)

Description

IL BORGO MARINARO

Foto di Emanuela Caravello

Il borgo sorge nei pressi del noto Parco Archeologico di Selinunte, città fondata da coloni provenienti da Megara Hyblea nel 650 a.C. Il centro greco ebbe vita breve, meno di 250 anni, ma riuscì a raggiungere i 100.000 abitanti e influenzare con battaglie e conflitti la storia della Sicilia. La guerra con Segesta vide infatti prima l’intervento fallimentare degli Ateniesi e poi il coinvolgimento dei Cartaginesi che assediarono e distrussero Selinunte nel 409 a.C. Dopo una fase di ripopolamento, la città venne abbandonata e le rovine riscoperte nel XVIII secolo. Per ridurre e prevenire i continui saccheggi, la zona venne tutelata per decreto governativo ed oggi rappresenta uno dei parchi archeologici più grandi d’Europa.

Marinella di Selinunte nasce intorno a un porto di pescatori sorto nell’Ottocento. Il borgo ospitava pescatori provenienti da diverse parti della Sicilia occidentale che si recavano nella zona principalmente per il periodo estivo. In una prima fase la popolazione utilizzava le barche come giaciglio, ma successivamente iniziò l’edificazione dell’insediamento realizzando anche magazzini e laboratori del “salato” per conservare il pescato. Ogni marineria, proveniente da un diverso centro distribuito fra le attuali provincie di Palermo e Trapani, diede impulso alla nascita di differenti quartieri: sotto l’Acropoli (nei pressi di Selinunte), allo Scaro di Bruca, al Cantone. Oggi, insieme alle vicine frazioni di Triscina, Tre Fontane e Porto Palo, rappresenta il più denso tessuto turistico balneare della Valle del Belice. Il tutto, insieme alla grande diffusione di fenomeni di abusivismo edilizio, ha arrecato una forte pressione antropica verso la costa e le stratificazioni paesaggistiche locali.

La struttura urbana del borgo si è sviluppata lungo la fascia costiera come propaggine del porticciolo verso l’interno seguendo l’indirizzo curvilineo definito dall’asse viario principale. Le direttrici più importanti sono così distribuite parallelamente e perpendicolarmente al mare con la prevalente tipologia edilizia storica a schiera.

Nonostante la prossimità del borgo all’area archeologica di Selinunte, non vi è una diretta connessione storica con l’importante città greca, abbandonata definitivamente già prima del periodo bizantino. Le motivazioni che hanno generato Marinella vanno infatti ricercate nell’attività di pesca avviata nell’Ottocento. Nei mesi estivi il sito attirava barche e decine di pescatori provenienti da Porticello (Santa Flavia), Balestrate, Terrasini, Castellammare del Golfo e Mazara del Vallo. Ognuno di essi portatore di conoscenze e tecniche che si sono combinate con le vicine comunità, in particolare quella di Castelvetrano.

Il vero motore trainante dell’economia locale è stato quindi il mare e ciò che poteva offrire. La particolare tecnica della “tratta” o menaide specializzò i pescatori di Marinella nella pesca di sarde e acciughe, abbondanti in questa zona. La sardina o “sarduzza” veniva poi conservata in strati alternati al sale in recipienti chiamati “valliri” che, a causa del forte odore, venivano esposti all’esterno delle abitazioni. Oltre che alimento per il sostentamento locale, il fiorente settore del salato riuscì ad attivare un mercato e interessare le esportazioni. Il valore aggiunto del prodotto trasformato infatti limitava la vendita del prodotto fresco in favore della sarda salata. A metà del Novecento, Marinella era uno dei più importanti porti pescherecci della Provincia di Trapani e il settore legato alla trasformazione delle sarde contava numerose cooperative ed aziende, anche con sede nella vicina Castelvetrano.

Il terremoto nella vicina Valle del Belice nel 1968 segnò la crisi del settore, già minacciato da nuove tecniche e tecnologie per la conservazione. Le strategie e la pianificazione per il rilancio del territorio diedero priorità all’approdo di Porto Palo come porto peschereccio, declassando di fatto Marinella di Selinunte. La poco redditizia vendita del prodotto fresco e la crisi della filiera del trasformato, ridussero progressivamente il numero di pescherecci e pescatori. Oggi l’attività resiste e, a partire dagli ultimi anni, intende maggiormente valorizzare le tecniche di pesca come la menaide anche grazie al valore enogastronomico che riesce a conferire alle sarde.

Negli ultimi decenni, la comunità locale si è dedicata maggiormente allo sfruttamento turistico del territorio. Marinella di Selinunte si posiziona al centro del sistema dei piccoli centri costieri della foce del Belice; una fascia interessata da grande attrattività durante la stagione estiva nota per le spiagge di sabbia fina e acqua cristallina. Insieme a Tre Fontane, Triscina e Porto Palo rappresenta buona parte dell’offerta ricettiva del comprensorio, spaziando tra hotel, resort, B&B, affittacamere e campeggi. Marinella gode inoltre della prossimità al Parco Archeologico di Selinunte, importante attrattore culturale che conta oltre 200.000 visitatori all’anno. Il borgo vive il periodo estivo con grandi flussi turistici motivati principalmente dalle strutture, ma anche da quanto offerto dal litorale. L’approdo/porticciolo di Marinella di Selinunte è direttamente connesso al borgo con punto di ormeggio principale protetto da due moli con frangiflutti. Un molo di ponente è invece posto a protezione della spiaggia, meno utilizzata dalle imbarcazioni.

Location