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Il versante siciliano che volge a sud-ovest, con la costa che si affaccia sul Canale di Sicilia, si apre verso il nord Africa intercettando i tonni dopo il loro viaggio riproduttivo. In questa lunga fascia costiera solo poche tonnare “di ritorno” sono emerse per pescosità e profitti concentrandosi principalmente sul litorale tra Sciacca ed Agrigento. Sulle isole Pelagie, non si segnala la presenza storica di tonnare, nonostante sia attestata la pratica a Malta.
Sciacca con la sua vasta fascia costiera, disseminata di piccoli golfi e insenature, ha consentito l’attivazione di numerosi impianti. Il più importante fra questi è sicuramente la Tonnara del Tono di Sciacca, posizionata ad ovest dell’abitato principale e già presente nel XV secolo. La concessione per la sua attivazione avvenne nel 1456 ed affidata a Giacomo Di Lu Linu con un ampio spazio di mare. Entrò tra i possedimenti dei Baroni Boccadifoco di Catania che nel Settecento a causa di scarsi profitti decisero di cederla al D’Amico Duca d’Ossada. L’impianto rimase in funzione fino al 1954 e in epoca recente è stato recuperato come struttura turistico-balneare sfruttando il complesso di edifici disposti a corte che un tempo ospitavano magazzini, depositi e alloggi. Ancora oggi è presente l’alta ciminiera della fornace che svetta sul litorale a memoria di un sistema economico ormai scomparso.
Proseguendo sul tratto di costa tra Sciacca ed Agrigento, gli storici segnalano un gran numero di impianti di cui però si hanno solo poche notizie. La Tonnara di Macaudo e la Tonnara di Verdura operavano nei pressi del torrente Verdura; la Tonnara di Capo Bianco era sita alla foce del Fiume Platani sul mare al largo dell’antica città greca di Eraclea Minoa; la Tonnara Salsa, forse nei pressi dell’omonima torre ad ovest di Siculiana Marina e la Tonnara Felice o di Siculiana invece fra questo insediamento e il torrente Canne; la Tonnara di Punta Secca, forse in contrada Giallonardo, e la Tonnara di Monterosso ai piedi dell’omonimo promontorio, entrambe in territorio di Realmonte; di difficile localizzazione la Tonnara di Girgenti, probabilmente sul litorale tra Porto Empedocle e Agrigento e la Tonnara della Cattiva, così chiamata forse in onore di una sconosciuta vedova, posta tra Sciacca e Agrigento, non più esistente già nell’Ottocento.

Proseguendo sul litorale che da Agrigento si dirama sul Golfo di Gela fino al territorio ragusano, gli storici citano diverse tonnare di difficile localizzazione a causa delle scarse notizie. Fra queste si segnalano la Tonnara di San Nicolò Malastri probabilmente in territorio di Palma di Montechiaro; la Tonnara delle Gaffi per la quale è possibile ipotizzare una localizzazione a fianco dell’omonima torre di avvistamento costiero ad ovest del centro di Licata; la Tonnara di Camarana, probabilmente nei pressi dell’antico sito greco di Camarina.
La Tonnara di Mazzarelli, antico nome di Marina di Ragusa, venne attivata nel Seicento, ma con vita breve. A causa di forti correnti, tempeste e scarsi ricavi, cessò l’attività dopo pochi anni, tanto da risultare abbandonata già nel Settecento. Scarsissime sono invece le notizie sulla vicina Tonnara di Pozzallo sita nell’omonimo centro.