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LE CELEBRAZIONI RITUALI

San Vito è il patrono di San Vito Lo Capo e il protettore dei pescatori. La tradizione locale attribuisce a San Vito la punizione tramite tempeste e naufragi dei corsari che nei secoli passati saccheggiarono il santuario a lui dedicato, attorno al quale si costituì il primo nucleo abitato. Il carattere vendicativo del Santo è ricordato anche nella leggenda di fondazione del culto (si veda specifica sezione). La festa del Santo patrono si celebra il 15 giugno, giorno in cui si commemora il suo martirio. I momenti apicali dei festeggiamenti sono la Ntinna a mare, un’antica sfida tra giovani uomini che si conclude con la conquista di una bandiera posta su una trave scivolosa sospesa sul mare e l’arrivo di un figurante che impersona il giovane Vito che viene accolto da numerose imbarcazioni. L’avvento del figurante rievoca lo sbarco di San Vito sulle coste del borgo marinaro.
Il Santo viene invocato dai pescatori per allontanare le trombe d’aria e il maltempo. Si racconta che Vito, che amava molto il mare, si recasse spesso, con al seguito dei cani, in spiaggia. Quando egli invocava la Madonna con le parole “O Maria Stella del Mare aiutaci tu” i cani abbaiavano e le tempeste si allontanavano dal paese. La stessa preghiera è considerata miracolosa per guarire dallo scantu e dagli effetti sulla salute di questa paura improvvisa, qualora sia recitata all’interno del santuario, anche per questo meta di pellegrinaggi. Il luogo era considerato sacro anche in virtù della presenza di un pozzo di acqua salata dalle virtù miracolose.
La devozione dei pescatori nei confronti del Santo Patrono è testimoniata dalla presenza degli ex voto provenienti dal Santuario di San Vito Lo Capo. Gli oggetti documentano l’uso di sciogliere con un dono il voto contratto con il Santo dopo averne invocato l’intercessione in una situazione di pericolo, come una tempesta o un naufragio. Gli ex voto potevano essere donati da marinai e pescatori anche in segno di riconoscenza per avere ottenuto una pesca abbondante. Gli ex voto riferibili al mondo dei pescatori sono cinque pesci in argento sbalzato, cesellato e inciso, e una spada anch’essa argentea (Messana et al. 2011). I pesci, che raffigurano un’acciuga, un tonno, e due sgombri o sauri, sono diversi per dimensioni e tecniche di lavorazione. In uno di questi è inciso il nome del committente e l’anno della donazione, un altro riporta la dicitura “PG”: “per grazia”. Di particolare interesse è la spada che reca l’iscrizione “Donata a S. Vito dallo sciabacone di Capaci”. Lo sciabacone è l’imbarcazione con la quale è condotta la pesca con la sciabica, una rete da traino che «si può calare con la lancia a qualche distanza dalla costa, gettando prima in mare l’uorsa fissata all’áncora e agganciata a uno dei lati e poi mollando via via tutta la rete, fino a raggiungere il punto di partenza; qui si tirano dalla barca prima i lati e poi la manica e u puzzali» (Giallombardo 1990: 185). La spada è dunque un dono dei pescatori per la protezione ricevuta durante la pesca e la permanenza in mare.