Description
IL BORGO MARINARO
Il contesto di Sferracavallo, nel litorale a nord del centro di Palermo, si estende tra i Monti Gallo e Billiemi all’interno di un golfo frequentato dall’uomo sin dal Paleolitico. Testimonianze di un primo villaggio di pescatori sono rintracciabili nel Quattrocento poichè una incursione dei pirati alla comunità locale è attestata nel 1417. Allo stesso periodo risale l’edificazione di una grande tonnara nei pressi del porticciolo denominata Calandria. Secondo molti studiosi l’impianto non fu operativo per la cattura del tonno, ma solo per la trasformazione del pescato. A partire dal XVI secolo il borgo rientra nel sistema difensivo costiero siciliano con la costruzione di torri d’avvistamento, di cui solo due oggi sono parzialmente rintracciabili. Nel Seicento il villaggio si espande a ridosso della tonnara con un insediamento noto come Chiusa degli Amorello, in onore della famiglia proprietaria dell’impianto, la quale realizza una Chiesa per la popolazione in crescita. Nel Settecento avviene la bonifica della strada “trazzera” di collegamento tra l’insediamento e Palermo; le sue terribili condizioni che danneggiavano i ferri dei cavalli al passaggio avevano infatti attribuito il nome di Sferracavallo al borgo. Il migliore collegamento infrastrutturale e l’avvio di attività agricole, stimola un’ulteriore espansione del nucleo originario costringendo nel 1840 l’edificazione di una nuova Chiesa. L’arcivescovo di Palermo attribuisce come nuovi Santi patroni del borgo i martiri SS. Cosma e Damiano protettori di medici e pescatori venerati nelle borgate del palermitano e all’epoca con confraternita al quartiere del Capo, ben distante dalla costa. La tonnara perde progressivamente la sua funzione, venendo poi inglobata nella struttura dell’attuale Villa Arezzo, oggi di proprietà privata. Nell’Ottocento e nei decenni successivi, il borgo viene frequentato dalla borghesia cittadina e vede la realizzazione di diverse ville in stile liberty, lidi e stabilimenti balneari. Nel Novecento sono ridefiniti i confini comunali di Palermo integrando Sferracavallo, al tempo parzialmente ricadente nel territorio di Torretta. Il borgo vivrà poi le medesime vicende e l’espansione urbana del capoluogo, esprimendo più volte un desiderio di autonomia causato da lacune amministrative, ma anche dalla forte identità locale.
Il nucleo urbano si è sviluppato su due poli principali: l’antico stabilimento assimilabile a tonnara nei pressi dell’attuale porticciolo e l’asse viario primario di Via Sferracavallo. Questo si muove parallelamente alla costa, deviando poi verso Palermo con una caratteristica curva su una lieve variazione di quota. Su questi isolati si sono edificate le prime abitazioni dei pescatori e la Chiesa dedicata ai Santi patroni. Successivamente l’insediamento si è sviluppato attraverso maglie ortogonali verso le aree collinari e montuose che incorniciano il centro alle pendici di Monte Gallo. L’espansione a macchia d’olio del dopoguerra ha contributo all’attuale frammentazione e degradazione del paesaggio agrario “a cintura” di Sferracavallo con conseguente pressione antropica verso la fascia costiera.
Sferracavallo è una borgata di lunga storia in cui emerge con forza una duplice identità. Sorta in un contesto stretto tra il litorale e la montagna, oggi vive di turismo e tradizione configurandosi come un insediamento popolato da secoli da una comunità dedicata sia al mare che alla terra. Il borgo è noto infatti anche per la storica lavorazione della palma nana che cresce numerosa sulla fascia costiera e sul promontorio. Storiche imbarcazioni trasportavano gli abitanti fino a San Vito Lo Capo presso la zona dello Zingaro per raccogliere ulteriori “frasche”, foglie di palma, da lavorare poi per realizzare scope e cesti intrecciati. La comunità deve alla pesca le sue antiche origini e negli anni ha abbracciato la produzione agricola senza però mai dimenticare la sua vera vocazione connessa al mare. Questa anzi si è evoluta e trasformata per consentire alla cittadinanza di accogliere nuove tendenze e opportunità.
Abbracciando interamente la pesca come attività principale, già nei primi anni del Novecento, Sferracavallo era diventata una meta turistica per il comprensorio con l’edificazione di villini per la borghesia palermitana e ospitando stabilimenti balneari, chioschi, locali e ristoranti. Il pesce fresco, i polpi, i ricci e molte preparazioni a loro legate sono diventate un vero e proprio marchio di fabbrica per la borgata, ancora oggi frequentatissima proprio per la sua offerta gastronomica. Alla base della catena produttiva vi erano le molte famiglie di pescatori che da secoli animano la fascia costiera tra l’attuale Piazza Beccadelli e la Zotta, l’antica caletta dove ancora oggi riposano le coloratissime imbarcazioni in legno prima di prendere il largo. La crisi del settore ne ha ridotto il numero, ma sono ancora presenti nei ricordi della comunità locale i racconti e le vicende dei pescatori che vivevano a stretto contatto con i bambini, i ristoratori e l’intera cittadinanza. Momento di comunione, inclusione e perfetta sintesi è la festa di San Cosma e Damiano che a fine Settembre, da oltre 175 edizioni, coinvolge la comunità in attività che uniscono il mare, la cittadinanza, la religione e il divertimento. Si passa così dall’antenna a mare e la corsa delle barche, alla processione, le giostre, le luminarie e le bancarelle di dolciumi che per una settimana animano le strade della borgata. Caratteristica è poi “la ballata” della “vara” con i Santi che intrattiene i partecipanti fino a tarda notte, in una processione svolta “correndo” fra vie, cortili e piazzette e sostando nei pressi di alcune case del borgo per benedire gli ammalati. Nuovamente un duplice elemento definisce così Sferracavallo i cui Santi patroni, una coppia di gemelli, proteggono sia gli ammalati che i pescatori.
Il borgo marinaro oggi vive una rinnovata attenzione grazie all’attivazione di nuovi servizi per la ricettività e per godere a pieno il mare attraverso circoli e club nautici. La famosissima ristorazione locale attira molti visitatori, soprattutto durante il periodo estivo, animando il lungomare fino alla Punta Barcarello nei pressi della Riserva di Monte Gallo. Grazie al suo splendido golfo, Sferracavallo è anche un punto privilegiato per le escursioni in barca e l’esplorazione dei fondali dell’Area Marina protetta Capo Gallo – Isola delle Femmine.
L’approdo principale del borgo è il porto di Sferracavallo, dotato di un molo e tre pontili principali; abbraccia la storica caletta della Zotta ampliando lo specchio di mare, ed è utilizzato sia a fini turistici che per la pesca locale. Un ulteriore punto di rimessaggio è posizionato a nord in prossimità della Riserva Naturale di Capo Gallo, alla base di punta Barcarello.
Tra le risorse architettoniche e paesaggistiche del borgo legate al mare si segnalano:
Chiesa di SS. Cosma e Damiano. Edificio di culto realizzato nel 1840 in sostituzione della chiesa all’interno della tonnara, ritenuta ormai insufficiente per la popolazione. L’Arcivescovo palermitano dell’epoca decise di dedicarla ai SS. Cosma e Damiano, protettori dei pescatori.
Tonnara di Sferracavallo / Villa Arezzo (si veda specifica sezione).
Torri di avvistamento. Del sistema di avvistamento costiero realizzato a partire dal XVI secolo sono oggi presenti solo i resti di una torre nei pressi dell’attuale Hotel Bellevue.
Riserva Naturale Orientata e Area Marina Protetta Capo Gallo – Isola delle Femmine. L’area protetta e Sito di Importanza Comunitaria include quasi interamente il massiccio carbonatico di Monte Gallo che separa il golfo di Sferracavallo da quello di Mondello. Grazie alle caratteristiche morfologiche dell’ambito che spazia dalla fascia costiera a quella montuosa, sono presenti importanti habitat mediterranei con grande varietà di flora e fauna. Nel versante in direzione Ovest, la Riserva si connette all’Area Marina Protetta Capo Gallo – Isola delle Femmine comprendente splendidi punti per le immersioni alla scoperta di grotte, fondali e specie ittiche.