BORGATE DI SANTA FLAVIA Celebrazioni Rituali

Santa Flavia (PA)

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LE CELEBRAZIONI RITUALI

Foto di Andrea Avellone

Secondo la leggenda di fondazione, il culto di Maria SS. del Lume è indissolubilmente legato al ritrovamento di un dipinto su ardesia che raffigura la Vergine. Secondo quanto si racconta, analogamente a molti mitologemi dei borghi marinari «durante una tempesta o a seguito di un’aggressione saracena, un vascello fu costretto a disfarsi del proprio carico, abbandonando, presso l’arco dei turchi a Santa Nicolicchia» (Sorgi 2009:55) il dipinto sopra citato. Un gruppo di pescatori ritrovò tra le reti da pesca il quadro sacro e provò a trasportarlo presso le Pirrere, dove si trovava una piccola cappella dedicata alla Madonna. «Ma avvenne prodigiosamente, per diverse volte, che il quadro si spostasse di notte sul luogo del ritrovamento» (ibidem), a riprova della benefica protezione che la Patrona voleva attuare sul territorio. Alla leggenda di fondazione del culto fanno seguito moltissime storie e ricordi di pescatori che hanno raccontato e raccontano ancora oggi in prima persona, o riferendo episodi tramandati oralmente dai propri padri e nonni, di miracolosi salvataggi da naufragi e tempeste durante battute di pesca, da cui riuscirono a salvarsi grazie all’invocazione della Madonna del Lume. Le narrazioni evidenziano la forza evocativa della preghiera e il potere salvifico del nume tutelare, che si contrappongono alla precarietà della vita di mare, costantemente minacciata da pericoli e calamità naturali.

Le fonti ecclesiastiche testimoniano che il culto della Madonna del Lume si diffuse nel XVIII secolo, grazie all’opera di proselitismo svolta dai padri missionari dell’ordine dei Gesuiti, che in quel periodo avevano numerosi possedimenti nel territorio di Solanto. «Dai documenti conservati presso gli archivi parrocchiali di Santa Flavia, l’origine del quadro miracoloso venerato a Porticello potrebbe essere collegata ad un […] missionario della Compagnia di Gesù, morto di colera nel 1743, che aveva portato con sé dai suoi viaggi un dipinto su tela della Madonna» (ivi: 54).

La devozione della comunità venne ufficialmente sancita e riconosciuta nell’Ottocento quando, grazie all’impegno economico dei pescatori del borgo, fu edificata la chiesa destinata al culto di Maria Santissima del Lume, che soppiantò definitivamente tutti gli altri culti locali precedenti dedicati a Sant’Antonino e a San Nicola.

Relativamente alla data di inizio dei festeggiamenti, nella forma in cui li conosciamo oggi, non ci sono fonti storiche certe; tuttavia, come riportato da Sorgi, molti pescatori del territorio richiamano alla memoria la processione del simulacro tenutasi nel 1837, in occasione dell’epidemia di colera. Per mezzo di questa processione la comunità invocò la cessazione dell’epidemia. La salvezza del paese venne dunque attribuita all’intervento divino e, in segno di ringraziamento, si celebrarono i festeggiamenti in onore della Madonna del Lume.

Foto di Andrea Avellone

La festa, organizzata grazie ai fondi raccolti dalla comunità dei pescatori locali, aggregata nel Comitato dei Festeggiamenti Maria Santissima del Lume, ha inizio la prima domenica di ottobre, a conclusione della principale stagione di pesca dell’anno; la comunità ringrazia dunque per il ricavo e i rendimenti del duro lavoro del ciclo appena concluso, e invoca la buona riuscita delle future stagioni di pesca, attraverso una celebrazione propiziatoria.

Le celebrazioni hanno inizio con momenti ludici che coinvolgono l’intera comunità, come la corsa delle barche e il gioco dell’antenna a mare, e proseguono con la processione per le vie del paese. In questa occasione si rievoca il momento del ritrovamento del quadro sacro: il simulacro viene infatti posto su un fercolo portato a spalla dai pescatori, e posto all’esterno della chiesa dove i devoti possono toccare l’effigie ed esibire i bambini al cospetto dell’immagine sacra, al fine di ricevere benedizioni o di porgere ringraziamenti. Parte così la processione per le vie del paese, fino ad arrivare alla marineria e al porto di Santa Nicolicchia, luogo del ritrovamento del quadro, dove la processione giunge al termine e si esplodono i giochi pirotecnici.

All’ottava della festa si tiene una seconda celebrazione che prevede una processione via terra dei fedeli che raggiungono a piedi la cappella di Capo Zafferano, sita proprio sotto il faro, e una processione via mare in cui tutte le imbarcazioni della marineria, al seguito del peschereccio che trasporta il simulacro della Madonna del Lume, si dirigono, via mare, verso la medesima cappella, dove viene recitata l’omelia del vescovo. Il peschereccio incaricato di portare l’effigie della Madonna viene scelto tramite sorteggio. Anche questi festeggiamenti si concludono con uno spettacolo pirotecnico.

Un elemento importante, che testimonia ancora una volta la solidità del legame tra la comunità marinara e la Madonna del Lume, è che nel giorno dei festeggiamenti il mercato ittico rimane sempre aperto e in alcune occasioni il simulacro è stato portato in processione fino al mercato, i cui spazi sono stati allestiti con decorazioni a festa.

 

 

 

 

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